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Alla base del bullismo, c’è un suv parcheggiato dai genitori sul marciapiede?

Qualche giorno fa su facebook girava la proiezione di una slide che diceva: “Io credo che alla base dell’arroganza e del bullismo alle superiori ci sia un suv parcheggiato sul marciapiede dai genitori durante le elementari”.

Ho scelto di non condividerlo perché non credo che funzioni proprio così, ma la domanda del titolo di questo post ha continuato a girarmi per la testa……fino a ieri pomeriggio.

Vado a prendere mio figlio a scuola, 5 minuti prima del suono della campanella, dopo aver parcheggiato per bene, sono davanti alla scuola, a piedi, che lo aspetto.

Tre minuti prima del suono della campanella arriva una mamma con un suv che, senza fare una piega, piazza la macchina direttamente davanti a me, sulle strisce pedonali, esattamente sul percorso di uscita dei ragazzi (anche del suo!). Io non dico niente, ma vedo che comincia a fare strani movimenti di risposta alla mia faccia perplessa. Poi scende e mi chiede : “C’è qualcosa che non va?” E io che ero perplessa ma ancora calma: “Signora ha parcheggiato sulle strisce dove passano i bambini”. Mi risponde che era l’unico posto libero e io le rispondo che e’ uno spazio libero perché non è un parcheggio ed e’ per quello che non ci si e’ messo nessuno. Lei dà un’occhiata dietro ai 20 cm di strisce che aveva lasciato libere e mi dice: “Si passa!”. E io incredibilmente ancora davvero calma: “Intanto una sedia a rotelle o una bicicletta non ci passano, ma poi il punto non e’ quello; e’ una questione di senso civico, di educazione, di esempio che diamo ai nostri figli…” Lei mi interrompe e mi dice: “Si! Sono maleducata! Sono maleducata!!”

A quel punto erano usciti i bambini e non ho infierito, ma mi ha davvero colpito l’egocentrismo e l’assoluta mancanza di consapevolezza di se’ di quella donna e delle conseguenze del suo comportamento.

Ho pensato al fatto che di solito, se sappiamo di fare qualcosa di sbagliato, un minimo di senso di colpa lo abbiamo da qualche parte, ma la sfrontatezza con cui quella donna mi rispondeva evidenziava il fatto che, per lei, in quel momento, c’era solo la necessità di soddisfare il suo bisogno subito e secondo le sue regole. E non è un caso isolato.

Ogni mattina davanti a scuola mi rendo conto che per molti scatta questo meccanismo: faccio scendere mio figlio esattamente davanti alla scuola fregandomene del fatto che dietro ho tante altre macchine e pullman con dentro bambini che devono andare a scuola in orario come il mio ed io li sto bloccando e che se tutti facciamo così, tutti arriviamo tardi.

Oppure non faccio passare i ragazzi sulle strisce perché ho fretta e sono in ritardo (forse perché non sono stato in grado di programmare i tempi in maniera efficace?), ma non penso che quel figlio che va a scuola a piedi potrebbe essere il mio e che tutti dobbiamo avere cura di tutti.

Ci sono solo io e la soddisfazione immediata dei miei bisogni e di quelli di mio figlio.

Forse non c’è un suv parcheggiato sul marciapiede alla base del bullismo, ma sicuramente c’è tutto quello che ci sta dietro a quel gesto.

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