Un nuovo anno
Tra poco saremo dentro un nuovo anno ed è tempo di bilanci e di buoni propositi. Ieri leggevo su facebook un post in cui si chiedeva di valutare il proprio 2018 e mi ha davvero colpito il fatto che su centinaia di commenti solo pochissimi erano positivi. Possibile che per la maggior parte delle persone un anno intero sia definibile con un misero “di merda” o “terribile” o “orrendo”?
Poi ho pensato al mio 2018. A tutto il mio anno.
Sono morte diverse persone a cui volevo molto bene, ma sono riuscita a salutarle più o meno come volevo, sicuramente al meglio che potevo. Ho dovuto fare i conti con dei fallimenti e sono stata costretta dalla vita a riorganizzare il mio lavoro, ma ho esplorato nuovi territori della vita e di me ed ho scoperto cose estremamente interessanti e mi sento sempre di più soddisfatta di me stessa. Ho iniziato e terminato alcune collaborazioni con gioia e fatica ed ho fatto degli errori. Qualche persona a cui voglio bene si è ammalata anche gravemente e anche io ho avuto qualche problema, fortunatamente risolvibile. Alcuni amici e parenti sono spariti, di alcuni so il perché (o posso ipotizzarlo) di altri no, ma dopo il dolore, la delusione e la rabbia, sono abbastanza riuscita ad accettare le loro scelte e a salutarli silenziosamente. Ho conosciuto persone nuove che hanno condiviso con me un po’ delle loro vite e che mi hanno fatto sentire amata e nei momenti di sconforto ho avuto il supporto di qualche amico…pochi in realtà, ma che hanno tenuto e che sono stati un sostegno prezioso. Ho visto degli arcobaleni meravigliosi, ho visto albe e tramonti bellissimi e ho respirato l’aria di tramontana che tanto mi piace e mi fa sentire a casa. Ho visto mio figlio crescere e diventare quella meraviglia di ragazzo che è. Ho riso e pianto tanto, da sola e in compagnia, mi sono arrabbiata, spaventata, innamorata, emozionata e commossa. Ho avuto dei momenti bellissimi e bruttissimi ma il 2018 me lo sono vissuto tutto più che potevo nei suoi alti e bassi.
Quindi mi chiedo: com’è possibile liquidare un intero anno di vita con un unico aggettivo negativo? Non sarà che ci concentriamo sulle cose che non vanno come vorremmo perché non riusciamo ad accettare che la vita abbia dei programmi diversi per noi da quelli che avremmo desiderato? Non sarà che non riusciamo ad essere grati per ogni singola meraviglia che incontriamo in ogni giornata della nostra vita? E’ possibile che non riusciamo ad abbandonarci al flusso della vita e che resistiamo rabbiosamente ad ogni cambiamento? Jampolsky dice che “dovrà pur esserci un modo diverso per attraversare la vita che esserci trascinati dentro urlando e scalciando”. E allora proviamoci!
Domani prendete un capiente barattolo e dal primo giorno dell’anno scrivete su dei foglietti ogni cosa bella che vi succede ogni giorno e mettete i foglietti ripiegati nel barattolo. A fine anno vi renderete conto di quanti momenti positivi avete vissuto!!!
Buon 2019 a tutti voi!